Alla fine della giornata, cosa c'è di più bello, che stare in buona compagnia!
La valse d'Amélie au diato (nouvelle version !) TheDudeVanRij
REGATA DEI CETACEI 2006
Dopo giorni e notti passati per mare, con bonacce da sfinimento o, al contrario, delle mezze giornate con 30 nodi di vento al lasco ( quello si che ti tiene ben sveglio a governare lo spin, visto anche la velocità che ti permette di raggiungere ), è bello ritrovare le vecchie abitudini. Rilassarsi in campagna ed oziare, nelle ore più calde, all'ombra di un albero a sentire Cicale.......... ed altro.
lunedì 24 giugno 2013
SVASSO PICCOLO (Podiceps nigricollis)
CAPINERA (Sylvia atricapilla) Questa dovrebbe essere una specie che noi tutti dovremmo essere abituati a vedere e a sentire nei nostri boschi, orti e giardini. E' però più facile sentirla che vederla, e il suo canto melodioso e flautato è uno dei classici elementi che accompagnano le nostre primavere; canta continuamente e, con insistenza, delimita il suo territorio vigilando che degli intrusi della stessa specie, non entrino nel proprio territorio, accuratamente scelto per potersi riprodurre. E' un vero piacere ascoltarla nel momento dell'anno dove i profumi e il tepore dell'aria, danno un segno inequivocabile che la primavera è arrivata nelle nostre campagne, negli orti, nei giardini..ecc. Quando si rende visibile e si muove fra la vegetazione, la può riconoscere chiunque, anche chi non è avvezzo ad osservare con assiduità gli uccelli; si riesce facilmente a riconoscere anche i sessi della specie che, con quell'abito grigio uniforme e il capo nero nel maschio e ruggine nella femmina, è uno fra gli uccelli più comuni. Comunque è d'inverno che la Capinera si rende più visibile; infatti in questa stagione il cibo diventa più scarso e di conseguenza il comportamento diventa più confidente. Diventa una delle più assidue frequentatrici delle mangiatoie, ed è facile vederla anche sulle piante di Caki, intenta a divorare la succulenta polpa di questo prezioso frutto.
martedì 4 giugno 2013
CANNAIOLA VERDOGNOLA (Acrocephalus palustris) Se non fosse per il suo canto, così diverso da quello della sua congenere Cannaiola comune, avresti serie difficoltà a stabilire di quale specie si tratta.
Anche se spesso si pone bene in vista, risalendo a saltelli gli steli delle canne e degli arbusti, è sempre un'impresa, se resta silenziosa, riconoscerla.
Di solito zitta non sta quasi mai, soprattutto quando si mette bene in vista, e questo aiuta decisamente.
Anche lei è una di quelle specie che nel repertorio canoro inserisce, spesso e molto volentieri, le imitazioni di molte specie canore.
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CANAPINO (Hippolais polyglotta)
E' un migratore transahariano che arriva un pò tardino, rispetto agli altri passeriformi insettivori; di solito nella zona prealpina Lecchese, verso la metà del mese di Maggio.
E' un piccolo uccello, abbastanza comune, che però soffre le modificazioni ambientali, sempre più frequenti nei nostri territori; predilige infatti quelle aree marginali non molto ben considerate e, spesso oggetto di campagne di "pulizia", come sono le boscaglie con arbusti bassi e folti, presenti lungo i corsi fluviali e scarpate ai margini di boschi con fitta vegetazione.
Spesso questo malandrino gorgheggiatore, con la sua abitudine ad imitare gli altri uccelli, ti mette in serie difficoltà mentre cerchi di individuare tramite il canto, la specie che hai di fronte.
Speriamo in una inversione di tendenza nel considerare quegli ambienti, poco innanzi citati, come aree da risanare e d'impaccio all'agricoltura moderna o peggio ancora ricettacolo di animali immondi e pericolosi; ma che siano finalmente considerati sistemi ricchissimi di biodiversità, con molteplici e importantissime funzioni, fra queste, quelle di essere ambienti ideali per lo svolgimento delle funzioni vitali, comuni a molte specie di uccelli.
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domenica 2 giugno 2013
SCRICCIOLO (Troglodytes troglodytes)
Quando senti il suo canto territoriale, immagini di trovarti di fronte ad un uccello di medie dimensioni, per via di quel tono squillante emesso con una tonalità e volume molto alto.
Invece, se riesci ad individuarlo, ti rendi conto che sembrerebbe quasi impossibile che un uccellino così piccolo, dal peso di circa dieci grammi, possa emettere un canto così imperioso e possente.
Quando riesci ad individuarlo, lo si vede impettito con la coda tenuta perfettamente verticale rispetto al corpo, sul ramo più alto di un cespuglietto, mentre controlla il territorio che difende con piglio e coraggio.
E' uno di quegli uccelli che non sta mai fermo; di rametto in rametto, esplora l'ambiente circostante, alla ricerca di ragnetti e altri piccoli invertebrati. Poi un breve volo verso un'altro cespuglio o catasta di legna secca, e di nuovo alla ricerca di insetti in tutti gli anfratti.
Questa frenetica attività si protrae per quasi tutta la giornata perchè il suo metabolismo è elevatissimo, quindi la ricerca continua di cibo è una condizione indispensabile , soprattutto nella stagione fredda, per poter mantenere la temperatura corporea. Le sue minuscole dimensioni non lo aiutano a mantenere una condizione termica ottimale, ed è quindi costretto ad una attività senza soste.
Sarà per questo motivo che viene considerato il folletto dei boschi: il suo apparire e scomparire dagli anfratti, che rende ardua l'impresa di poterlo seguire con lo sguardo; non aiuta nemmeno quel colore del piumaggio marroncino striato molto mimetico.
Se dovesse restare fermo per un attimo, allora diventa veramente difficile individuarlo.
Per il colore mimetico del suo piumaggio, in Valle San Martino (vicino a Lecco), e nella bergamasca, viene accomunata ad un'altra specie; infatti il nome dialettale con il quale viene identificato è : Re di Pole", dove la Pola, è la Beccaccia. Oppure è per la sua predilezione di frequentare le intricate siepi, che attraversa con un movimento continuo, che in Brianza lo chiamano: Re di scies; cioè Re delle siepi.