GALLO FORCELLO
(Lyrurus tetrix)
Chi non ama levarsi dal letto la mattina prestissimo (a volte a metà notte), chi non sopporta con tenacia il freddo pungente delle notti stellate, fermi e accovacciati in attesa delle prime luci del giorno e quindi l'alba; chi non ama le lunghe attese in silenzio ma con i sensi sempre vigili: allora queste persone non potranno mai godere di uno spettacolo di ineguagliabile e selvaggia bellezza, rappresentato dalla parata e dalla lotta per conquista di una femmina, da parte di uno o più esemplari di Gallo forcello, i quali nelle cosiddette "arene" si contendono a suon di versi intimidatori, ma anche di beccate e di artigliate, le femmine presenti nel territorio o che arrivano per l'occasione dalle zone limitrofe.
Le femmine sceglieranno alla fine l'esemplare che avrà dimostrato più forza, più aggressività e quindi l'esemplare con le caratteristiche migliori da trasmettere alle generazioni future, così da avere le migliori possibilità di sopravvivenza in un ambiente ostile come quello presente in montagna.
L'emozione ti prende quando, ancora prima che le luci dell'alba arrivino a rischiarare il buio della notte, si ode flebilmente ma in modo chiaro, il "rugolio" di un maschio.
No si riesce a vederlo, ma dopo aver individuato la direzione di provenienza del verso, se si è armati di un buon binocolo luminoso e, se si ha un po di esperienza, si riesce ad individuare un'ombra scura nella penombra, che comincia a muoversi lentamente continuando ad emettere il suo rugolio, seguito ogni tanto da un fischio screziato e a volte seguito da un saltello, che può arrivare a che ad un metro di altezza, in attesa che qualche contendente si faccia vivo e lo affronti in una lotta selvaggia e senza esclusioni di colpi.
La femmina intanto è un po defilata in attesa di vedere come si evolve la difficile competizione fra i maschi, e continua ad alimentarsi sul terreno con un fare quasi indifferente agli avvenimenti che si stanno compiendo.
Ma è soltanto quando la luce del giorno avrà preso il sopravvento sulle tenebre che lo spettacolo diventa entusiasmante; si possono vedere arrivare nell'arena più maschi (mi è capitato di vederne fino ad 8 contemporaneamente, ma in altri posti sulle Alpi se ne possono vedere anche di più).
La battaglia per la conquista di una femmina si sta per svolgere e i contendenti si studiano, preparano le loro strategie e intanto si avvicinano sempre di più gli uni agli altri fino a quando lo scontro diventerà inevitabile. Allora si vedono corpi scuri con le ali aperte e ricurve, avventarsi gli uni contro gli altri in uno svolazzare di piume in un vorticoso rodeo, dove si usano armi potenti come gli artigli delle zampe e i loro robusti becchi, nei quali spesso rimangono le piume dell'avversario beccato ferocemente.
In questi momenti le code, con le loro penne dalla forma originale che assomigliano ad una Lira greca, sono aperte a ventaglio, mettendo in bella mostra il bianco candido del loro sottocoda in un contrasto spettacolare con il piumaggio nero/azzurro, dai riflessi metallici, del corpo.
A questo punto gli equilibri, le tattiche, lo studio dell'avversario sono tutti elementi saltati nella bolgia di corpi in frenetica attività; tutti contro tutti e la battaglia continua a lungo, alternate a pause concordate fra avversari, così da poter fare il punto della situazione, per poi riprendere con lo stesso vigore di prima.
L'osservatore a questo punto non sente più il freddo, non si cura delle gambe anchilosate dalla lunga permanenza in ginocchio o accovacciati; è tutto un susseguirsi di emozioni, mentre il freddo nel frattempo ha fatto gocciolare il naso e fatto lacrimare gli occhi, così che nel binocolo l'immagine diventa sfocata e confusa.
Ma non ha importanza, lo spettacolo continua: le vistose "Caruncole" sul sopracciglio sono rosse e gonfie come se gli occhi fossero iniettati di sangue dall'incontrollabile ira suscitata dagli avversari feroci e tenaci. Il Testosterone a volte è una brutta bestia e determina atteggiamenti a volte temerari e sconsiderati.
Purtroppo quelli che ho descritto sono il frutto di ricordi lontani nel tempo, perchè oggi le cose non stanno più così, purtroppo!!! Infatti le ore successive allo spettacolo, determinano in me uno stato di frustrazione e di profonda prostrazione psicologica; questo stato d'animo è dovuto alla convinzione che l'anno successivo non è garantito che lo spettacolo si possa ripetere, anche in forma ridotta, come negli ultimi anni, perchè questi uccelli, oramai relitti glaciali da proteggere, sono invece oggetto di una feroce quanto insensata attività di caccia da parte di uno sparuto gruppo di persone, le quali godendo solamente della loro avidità, con il compiacente bene placito delle autorità politiche, mettono a repentaglio l'esistenza di questi uccelli già duramente provati dagli effetti dei cambiamenti climatici.
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In questi luoghi il Gallo forcello, trova il suo ambiente ideale per vivere e riprodursi.
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